Immaginiamo di navigare a bordo di quelle navi rompighiaccio nei mari del nord… da subito possiamo vedere questo mare blu, queste punte bianche che come per magia fuoriescono dalla superficie dell’acqua e brillano al sole come piramidi di ghiaccio.
Come avrete probabilmente già intuito dal titolo voglio usare la metafora dell’iceberg per parlare di persone, di noi uomini che spesso ci riconosciamo solo per quello che vediamo sopra la superficie e non consideriamo la parte nascosta che sta sotto, quella parte inconscia che poi è niente poco di meno che il 95% della nostra essenza.
A differenza di queste enormi masse di ghiaccio l’essere umano attraverso il cervello, il corpo, il linguaggio ha una smisurata esigenza di comunicare, di conversare, creare relazioni interpersonali, gratificarsi ed anche se vi sembrerà strano uno dei modi più facili per farlo è parlare di sé stesso.
Parlare di sé è un comportamento naturale e spontaneo, ci serve per esprimere le nostre emozioni, le nostre visioni del mondo, spiegare la nostra realtà, narrare le nostre esperienze.
Parlare di sé è il veicolo per trovare affinità con gli altri.
Diana Tami e Jason Mitchell, del dipartimento di psicologia della Harvard Università, hanno condotto una serie di esperimenti tra i quali quello di far parlare di sé e dei propri successi i partecipanti mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata da risonanza magnetica.
Durante questo esercizio, mentre i partecipanti parlavano di sé stessi si attivava l’area del cervello che si associa al piacere e alle ricompense come cibo di qualità, sesso e droga: per loro era come ricevere un’iniezione di dopamina in tempo reale.
Le persone sono impegnate, comunicano sempre meno, si mettono una corazza per difendersi dal mondo frenetico, dalle avversità della vita, si concentrano a controllare le cattive abitudini acquisite negli anni, e non riescono fare chiarezza perché credono sia abbastanza utilizzare solo la punta dell’iceberg ovvero la parte razionale (la mente) per risolvere i problemi.
Quello che invece succede durante le sessioni di RESONANCE coaching nel lavoro di SVILUPPO PERSONALE con i miei clienti è quello di riattivare quella parte sommersa dell’iceberg ,quella parte profonda, quella parte misteriosa che a volte ne sentiamo solo la vocina, quella parte VERA di NOI che spesso tralasciamo, quella parte che ti fa funzionare al meglio , quella che ti rende unico , quella che ti fa filtrare il mondo ad una velocità diversa… direi in due parole quella che ti fa ritrovare CHI SEI.
Non misureremo con risonanza magnetica le tue reazioni chimiche e la dopamina che creerai, ma sicuramente con Il supporto che ti offro sarai tu stesso a percepire una TRASFORMAZIONE PERSONALE E PROFESSIONALE, a realizzare che riattiveremo la parte sotto dell’iceberg e sarai in grado di funzionare al meglio e farai chiarezza non solo a livello mentale ma a livello totale di COSA DESIDERI VERAMENTE.
Non ti resta che Contattarmi e scoprire com’è.
A presto.