Parola d’ordine: “esperienza”

Ho la grande fortuna di aver studiato a scuola argomenti molto tecnici e argomenti più filosofici per mio conto. Ho la fortuna di aver imparato ad esercitare lavori manuali di precisione, lavori di programmazione al computer, lavori di negoziazione con i clienti, lavori di gestione del personale e lavori di consulenza.

Non voglio girarci intorno, vado diretto al nocciolo della questione: sapete qual è il minimo comune denominatore di tutto? Vivere l’esperienza.

Torniamo a scuola, d’altra parte sono partito da li; ognuno di noi ricorderà quei professori che ci facevano lezione, da quelli noiosi e apatici a quelli che ci stupivano sempre, quelli tipo “capitano mio capitano” frase storica nel film “l’attimo fuggente” con Robin Williams; se ci fate caso vi sarà sicuramente tornato in mente quella volta che…

E Già…  noi portiamo nella nostra mente, nel nostro cuore, nella nostra memoria le esperienze che i professori ci hanno fatto provare, la loro narrativa, il loro modo unico di gesticolare, il loro impeto, oppure la grande calma che trasmettevano, comunque ci ricordiamo come si muovevano nella classe e il loro modo unico di raccontare quello che ci volevano insegnare.

Se ci fate caso la differenza che c’è tra i più grandi leader comunicatori e le persone colte, preparatissime, intelligenti ma analitiche, sta nel modo di raccontare le storie. L’empatia, la generosità di emozionarsi che mettono nel trasferire cose già spiegate mille volte… ma loro sono consapevoli dell’efficacia del passare i concetti attraverso i sensi, attraverso la postura ed è chiaro a tutti che in questo modo è tutto un altro mondo. Non trovate?

Noi abbiamo memorizzato nel nostro corpo le nostre esperienze e badate bene anche le esperienze dei nostri genitori e addirittura dei nostri nonni. Chi di noi da bambino attraverso le favole o con le avventure da ragazzi non ha mai chiesto: Me la puoi raccontare ancora una volta?

Beh, quando si chiede il bis, come quando si richiede di replicare una canzone ad un concerto, significa che aldilà del contenuto, concetto, teorema, abbiamo provato piacere, siamo stati letteralmente attratti nel seguire lo spettacolo dell’interpretazione, un po’ come seguire un attore a teatro o la fisionomica del protagonista in un film.

L’esperienza è la parola d’ordine per l’apprendimento di qualsiasi materia, dal livello di recitazione fino alla spiegazione del teorema di Pitagora: pensate come può cambiare una formula matematica insegnata con lettere e numeri o facendo riferimenti al personaggio che l’ha inventata e cosa è riuscito ad ottenere dalla medesima.

Il concetto non è facile ma è semplice da comprendere: spiegare non sarà mai efficace come raccontare perché per natura noi esseri umani desideriamo apprendere con i sensi anche se a volte ce lo dimentichiamo. Lo stesso vale nel nostro dialogo interiore o con gli altri: siamo soddisfatti quando facciamo lavorare noi stessi. In modo sensoriale.

Quello che facciamo qui è proprio riconoscere in che modo funzioniamo.

Il tempo è prezioso!

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