Ad ognuno di noi sarà capitato di notare come cambia la percezione del tempo a seconda della situazione: quello che facciamo può sembrare interminabile e stremante oppure volare e non farci quasi accorgere che il tempo sia trascorso.
Il tempo in effetti è un concetto soggettivo: tutti sappiamo che quando siamo in buona compagnia o facciamo quello che ci piace, il tempo vola, scorre in un attimo.
Personalmente credo nel detto “il tempo è denaro”: il tempo è prezioso ed utilizzarlo al meglio è fondamentale sia per ottenere maggiori risultati, sia per sentirci davvero soddisfatti, somaticamente appagati e sincronizzati con il nostro tempo.
Ci sono tanti studi, tanti metodi per ottimizzare il tempo: lo si può fare a livello meccanico, pianificando gli impegni semplicemente su un’agenda, oppure si può vivere nell’improvvisazione, quindi nel nostro personale caos ed accettare di eseguire i nostri compiti in un modo disordinato senza troppa pianificazione.
Ovviamente un minimo di organizzazione serve per tutte le cose, sia nel mondo professionale che in quello personale, poiché lasciare al caso le decisioni che dobbiamo prendere non è sicuramente la via che alla fine pagherà.
Conosco persone iper-organizzate che sanno già minuto per minuto quello che dovranno fare durante la giornata e probabilmente arriveranno a sera e avranno eseguito tutto quello che si erano prefissati.
Conosco persone che senza organizzare troppo utilizzano il tempo in modo non lineare e alcune di loro arrivano alla fine della giornata avendo comunque portato a termine quello che volevano fare.
La differenza sta nella percezione del tempo. Ovvero comprendere se alla fine della giornata ci sentiamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto e di come il tempo sia trascorso oppure se ci sentiamo stanchi perché la giornata non finiva mai nonostante i risultati.
Qualsiasi siano Le operazioni che dobbiamo eseguire queste avranno delle variabili che non possiamo controllare a priori: dobbiamo accettare che ogni azione che faremo sarà imprevedibile.
Siamo sempre di fronte a una decisione da prendere – che sia micro o che sia macro – e per prenderla serve uno stato fisico-mentale perfetto, dove la decisione non deve essere percepita come problema.
Perché questo avvenga è fondamentale mantenere l’attenzione su quello che stiamo facendo, eliminare il più possibile le distrazioni e riuscire a concentrarci solo su quello che stiamo facendo (e non è per niente facile e banale).
Se proviamo a fare questo esercizio, ovvero stare solo focalizzati su una cosa, faremo molto sforzo: non siamo abituati vivere in questo modo perché siamo programmati a voler controllare anche il resto e perché l’illusione è che se facciamo tanto allora otteniamo tanto.
La verità è che va fatto al massimo quello che si sta facendo e perché questo sia possibile bisogna dividere il tempo in momenti dove eseguiamo azioni e momenti dove stiamo fermi e riposiamo.
Andiamo insieme per un attimo nella savana, guardiamo il leone: il più delle volte è fermo e dorme, sembra quasi annoiato… ma quando avvista la gazzella, prende la decisione di cacciarla e tutto in un momento ha a disposizione tutta la sua energia, prontezza e concentrazione per agguantare la preda.
Beh… il messaggio è chiaro: noi funzioniamo al meglio quando siamo nella condizione del leone.