Leader con empatia… ma è possibile?

Quanti corsi, quante storie, quanti libri sulla leadership… chi di noi non si è mai avvicinato a questo argomento per necessità lavorativa o semplicemente per curiosità?

Per la maggior parte delle volte ci vengono proposte regole, segreti, tecniche magiche e ci viene insegnato che per essere un buon leader ci vuole polso, autorità, rispetto, freddezza, pragmaticità e controllo sulle persone.

Ovviamente chi intende ricoprire certe cariche o chi vuole guidare un team deve avere nel DNA già parte di queste caratteristiche altrimenti andrebbe contro la propria natura e come ben sappiamo rivivendo le nostre esperienze e quelle delle persone vicine a noi… alla distanza la natura vince sempre.

Oggi voglio portare l’attenzione su un aspetto che spesso viene sottovalutato ovvero entrare in relazione, entrare in empatia con le persone, comunicare efficacemente, tenere motivato un gruppo mantenendo il giusto equilibrio tra determinazione al raggiungimento dei risultati e la gestione della carica emotiva della squadra.

Il lavoro che faccio è individuare come funzioniamo al meglio, capire quali frequenze ci permettono di risuonare con gli altri, quindi individuare a livello emotivo quali sono le nostre caratteristiche che ci permettono di trasmettere e ricevere segnali nel modo più pulito possibile senza per forza dare solo alla mente e alle regole il controllo del gioco.

Inconsapevolmente esistono diversi tipi di leadership che puoi adottare: puoi essere Autoritario, visionario, democratico, pragmatico e così via, ma ad ognuno di questi modelli possiamo aggiungere incondizionatamente l’empatia che non significa debolezza o essere permissivi, significa una sensibilità che eleva la leadership a un piano superiore.

Tra i motivi più frequenti per cui le persone lasciano il lavoro c’è la cattiva relazione tra colleghi e con il capo. Si sopporta, ci si racconta che prima o poi cambierà ma si arriva inevitabilmente a un punto dove ormai tutto è insostenibile e si finisce per prendere decisioni poco lucide.

Un buon leader è colui che sviluppa comportamenti empatici, è una persona che da valore all’ascolto attivo, ovvero prima di parlare comprende le idee dei suoi collaboratori, fa sentire che gli stanno a cuore i loro problemi e si interessa del motivo per cui non riescono a preformare al meglio.

Un altro fattore importante è l’entusiasmo: quando interagisci con il tuo gruppo non limitarti a trasferire un messaggio ma ascolta in che modo lo stai facendo, che tono usi, quanta energia e grinta ci metti.

Con empatia, intendo anche il comunicare in modo sincero, autentico, far capire che stimi il loro lavoro e che sono risorse preziose per te.
Spesso i leader si mettono una maschera per farsi vedere più duri ma il risultato è distaccamento, è fatica per tutti… mentre siamo umani quindi vince sicuramente la leadership più umana.

Vieni a trovare la tua leadership.

Ti aspetto.

Il tempo è prezioso!

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