Chi di noi non è mai rimasto deluso, amareggiato, tradito da qualcuno, ingannato proprio nel momento in cui si era più aperto, dove non abbiamo sospetti perché non serve… li dove la relazione sembra trasparente, eccola qua la fregatura che arriva…
E ormai è tardi e l’unica cosa che ci resta è processarla, digerirla e cercare di rientrare nello spirito giusto per ricominciare perché quella è l’unica cosa che va fatta… e anche subito!
Personalmente essendo una persona parecchio selettiva, dedico molta attenzione nella scelta delle persone di cui voglio circondarmi e con cui condividere le mie esperienze e la mia vita: lo faccio utilizzando diversi parametri ma quello a cui do sicuramente la precedenza è quello della lealtà.
Questo valore lo vedo come le fondamenta per costruire una casa solida, oppure la struttura fisica di un atleta per correre i 100 metri o il telaio di una motocicletta da corsa per far si che si possano sprigionare in pista i cavalli del motore in sicurezza. La lealtà è per me l’ABC di tutti i rapporti, sia professionali che personali.
Ovviamente tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare – chi di noi non sbaglia – e io per primo che credo in questi valori ma come “essere umano”, quindi essere non perfetto, avrò deluso qualcuno – magari in buona fede ma sicuramente sarà successo. Come ben sappiamo ognuno di noi ha del buono e del meno buono dentro, e gli stati comportamentali, gli atteggiamenti che poniamo al prossimo spesso non siamo in grado di controllarli.
Se vogliamo toccare la sfera professionale, per me lealtà è quando un tuo collaboratore ammette di non aver fatto bene il proprio lavoro senza giri di parole o scuse ma semplicemente perché era distratto magari da sciocchezze imbarazzanti al mio giudizio.
Beh, in questo caso io prendo fiducia perché capisco che ho a che fare con qualcuno che non si nasconde e che riconosce i propri limiti e che quindi quando mi darà la sua parola io sarò davvero tranquillo e avrò fiducia in lui.
Ogni tipo di relazione si basa sulla fiducia, questo modo di credere nel prossimo ci fa star bene, produce in noi serotonina, l’ormone appunto della fiducia, della tranquillità di potersi affidare. Insomma, quei rapporti che funzionano e sui quali non vale neanche la pena farsi troppe domande, quelle relazioni uniche.
Come spesso esce negli articoli di questo BLOG, anche in questo caso mi sento di dire con una certa sicurezza che per misurare fiducia e lealtà non è abbastanza valutare i parametri con un ragionamento, con teoremi o equazioni del tipo se si comporta così allora è leale oppure no.
Il segreto è connettere sé stessi ad una configurazione sensoriale, di quello che ci passa nel corpo, un allineamento anche con quello che riusciamo a dire e a dirci, entrare in uno stato di lucidità dove SENTIAMO totalmente la fiducia e la lealtà nostra e quella degli altri.
Certe cose non si possono spiegare si sentono e basta, bisogna solo esser bravi a mettersi nello stato perfetto di ascolto e questo è un lavoro affascinante che ognuno può fare su sé stesso per percepire, veramente e senza dubbi, come si funziona nel momento in cui si decide di andare in profondità.
Non è immediato ma se ci porti la giusta attenzione ti garantisco che succede.