Cosa ci dice il nostro corpo

Chi non ha mai sentito parlare di linguaggio non verbale oppure di linguaggio del corpo?

 

Ci sono centinaia di corsi di vendita che ci fanno imparare i vari significati delle posizioni, delle posture del nostro interlocutore che in “teoria” ci permettono di capire cosa ci vuole dire o cosa non ci vuole dire.

 

Il classico incrociare le braccia dovrebbe essere un segnale di chiusura, il guardare a destra o a sinistra potrebbe essere un segnale che stai mentendo è così via.

 

Sicuramente ci sono certe posture, certe posizioni che – se vogliamo generalizzare – indicano un certo comportamento. Un certo modo di reagire ai messaggi che riceviamo, poiché la comunicazione è composta per l’8% dal contenuto delle parole e dal loro significato mentre circa il 70% è dato dai gesti, da come ci muoviamo, dalle espressioni facciali, poi da come alteriamo il tono della voce… e così via.

 

Ti parlo di questo perché, se stai leggendo questo articolo, probabilmente stai portando l’attenzione al fatto che il lavoro che potremmo fare insieme è legato al linguaggio, a come verbalizziamo i nostri intenti, ma soprattutto è legato ad un linguaggio somatico del nostro corpo, di come ci poniamo all’esterno e di come prendiamo i segnali che ci arrivano e come li restituiamo.

 

Tornando alle regole che ci insegnano nei corsi per riconoscere cosa ci sta dicendo il nostro interlocutore attraverso i gesti, non mi trovo d’accordo sull’applicare queste regole universali linearmente in modo integralista, poiché in realtà molte volte non rispecchiano la realtà: per tornare all’esempio di prima potrebbe essere che una persona incrocia le braccia semplicemente perché ha freddo.

 

La ricerca del linguaggio non verbale passa attraverso l’osservazione di certi micromovimenti unici che ogni individuo compie e ripete più volte in un certo stato d’animo che può essere di stress o di felicità o di tensione… comunque, un suo stato specifico e personalissimo.

 

Ognuno di noi è un essere unico, quindi si adatta al mondo nel modo più comodo che conosce, nel modo che gli hanno insegnato da piccolo, per gli schemi mentali che ha installato e che ripete e che continuerà ripetere finché qualcuno non gli farà vedere qualcosa di diverso.

 

Quello che possiamo fare insieme è un processo di crescita, dove hai la possibilità di guardarti allo specchio in modo diverso da come ti vedi normalmente; ma perché sia un percorso efficace serve la tua curiosità e la voglia di conoscerti e di comprendere come funzioni ora e di come potresti funzionare meglio.

 

Il nostro corpo ha memorizzato tutte le nostre esperienze dalle quali abbiamo estratto delle emozioni, le quali si ripetono uguali ogni volta che ripetiamo le esperienze.

 

Riconoscendo come reagisce il nostro corpo riconosciamo come reagiamo alle esperienze e che tipo di emozioni vogliamo estrarre da quest’ultime.

Il tempo è prezioso!

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