Il Setting mentale per la performance

Bentornati cari lettori dopo questa lunga estate.

Quando parlo di prestazione o performance intendo il modo migliore che abbiamo per eseguire qualsiasi cosa.

Qualsiasi prova o test che sia legata al lavoro, allo studio, allo sport e che porti con sé fatica, stress, resistenza.

Ma quando parlo di prestazione parlo anche dell’assetto mentale che ci serve per sostenere questi carichi da novanta.

 

Oggi mi sta girando nella testa un ricordo sportivo recente: le emozionanti immagini della finale olimpica dei 100 mt vinta come ben sappiamo da Marcell Jacobs.

La gara per eccellenza, la sfida in grado di tenere incollati allo schermo milioni di persone, la finale delle finali, quella prova che ti sei guadagnato con tanto impegno e sacrifici ma che ora sai benissimo che sarà un “ONE SHOT” e sei perfettamente consapevole che ti giocherai la tua occasione in poco meno di dieci secondi, quell’occasione che potrebbe non ricapitare mai più in futuro.

 

Ci sono obiettivi a lungo termine, quelli che ci poniamo per il futuro, quelli solidi, quelli che ci permettono di confrontarci con chi ne sa più di noi e se serve cambiare rotta o strategia.

 

Poi ci sono le prestazioni, le finalissime come l’esempio del centometrista dove appunto sbagliare non si può, dove la pressione è a mille, dove ogni essere umano può essere preda di ansia di paura, dove la vocina interna spesso ti dice: “cavolo no no non posso fallire proprio adesso”.

 

In questo caso l’unico segreto è quello di essere perfettamente centrati nel corpo e nella mente,

Il famoso “qui e ora”. Sto parlando di essere perfettamente nel momento, non percepire distrazioni, SENTIRE ogni cellula del nostro corpo indirizzata a perseguire quell’unico scopo al

Massimo, anzi di più del massimo, perché in quel momento non esiste il massimo, perché sicuramente lo dovremo superare per vincere.

 

Nel mondo dello sport individuale ma anche in quello di gruppo mi piace osservare lo sguardo degli atleti qualche secondo prima della loro performance, qualsiasi essa sia.

Pensate al salto in alto: il saltatore Vive già nella testa tutto quello che sta per fare, immagina a come arriverà a staccare, a quando percepirà l’asta a pochi millimetri dietro la schiena, alle gambe che si dovranno raddrizzare proprio in quel centesimo di secondo e così via… Chiedere a Gimbo Tamberi per credere.

 

Oppure penso allo sguardo di un giocatore di calcio prima di battere il calcio di rigore, quello che determinerà il vincere o il perdere della sua squadra, ed anche in questo caso occorre fare un setting mentale istantaneo ed efficace, spegnere l’adrenalina agonistica, respirare al meglio per avere l’ossigeno giusto in corpo, le forze fisiche e mentali per entrare nello stato di “SICUREZZA di fare goal”.

Avvertire quella fiducia in sé stessi, sentire che proprio in quel momento sarò in grado di utilizzare tutto il mio talento… proprio li, proprio adesso…

 

Potrebbe sembrare un’auto motivazione a far bene. Ma quella non serve, anzi distrae.

In realtà la vera abilità è quella di convogliare l’attenzione e l’energia in un solo punto, prendere la mira e come un cecchino fare centro.

 

Come fare?

Semplice… Bisogna prendere per mano il proprio corpo come se fosse un figlio, ascoltare il battito del cuore, avvertire la concentrazione, l’equilibrio delle gambe, la sensibilità a livello epidermico che sente anche il leggerissimo spostamento d’aria provocato dal battito di ali di una farfalla.

Ascolta tutte queste informazioni sensoriali e impara a fare un setting mentale che ti porterà in un flusso, in un canale trasparente che tra qualche secondo ti consentirà di ottenere quello che vuoi fare e come in un sogno ad occhi aperti poi ti sveglierai e ti renderai conto che sei stato semplicemente la versione migliore di te.

 

Come dici? Non ti sembra semplice? Allora contattami e vedrai che insieme tracceremo la strada per raggiungere il tuo perfetto setting mentale.

Il tempo è prezioso!

Il tempo è prezioso!